Ancora oggi, molte persone sono convinte che Bitcoin possa essere in qualche modo uno schema Ponzi.
In realtà non è così: Bitcoin non presenta minimamente le caratteristiche di uno schema Ponzi.
Innanzitutto però, cerchiamo di capire che cos’è uno schema Ponzi.
Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita truffaldino ideato da Charles Ponzi, che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa.
Gli schemi Ponzi hanno bisogno di continue entrate di denaro per poter sopravvivere.
Quando molti investitori ritirano il proprio capitale o non si riescono a trovare nuovi investitori, il sistema crolla.
Caratteristiche di uno schema Ponzi
La maggior parte degli schemi Ponzi hanno in comune le seguenti caratteristiche:
- Ritorni elevati con rischio bassissimo o nullo: tutti gli investimenti presentano un certo grado di rischio. È bene sospettare quando viene promesso un ritorno garantito.
- Investimenti non regolamentati: la maggior parte degli schemi Ponzi propone investimenti che non sono registrati alle autorità di controllo, come SEC, BaFin o Consob.
- Strategie complesse e segrete: di solito vengono presentate strategie complesse, strani algoritmi e sistemi contorti. Se non si capisce un investimento o non si riescono a trovare informazioni esaustive, evitare l’investimento.
- Documentazione fumosa, poco chiara e con errori: se la documentazione è poco chiara e poco trasparente, evitare l’investimento.
- Difficoltà nel ricevere i pagamenti: solitamente quando è difficile ottenere indietro i soldi, significa che il sistema non è sicuro. Spesso, gli schemi Ponzi promettono ritorni ancora più elevati lasciando i soldi sulla piattaforma per convincere le persone a non ritirare il proprio capitale.
Nascita di Bitcon
Nell’agosto 2008, Satoshi Nakamoto comprò il dominio bitcoin.org.
Due mesi dopo, nell’ottobre 2008, Satoshi rilasciò il whitepaper di Bitcoin.
Questo documento è stato scritto in formato accademico, dal momento che rappresentava un importante progresso tecnico che forniva una soluzione reale per quanto riguarda la scarsità digitale.
Non conteneva alcuna promessa di arricchimento o di guadagno.
Successivamente, tre mesi dopo, nel gennaio 2009, Satoshi pubblicò il software iniziale di Bitcoin.
Tra la pubblicazione del whitepaper ed il lancio del software, Satoshi rispose a domande e spiegò le sue scelte tecniche.
Dopo il lancio, Satoshi rimase un grande miner di bitcoin per tutto il primo anno. Il mining è necessario per continuare a verificare le transazioni della rete. Inoltre, i bitcoin non avevano un prezzo quotato in dollari a quel tempo.
Col passare del tempo, Satoshi ha gradualmente ridotto la sua attività di mining, man mano che il mining diventava sempre più distribuito nella rete.
Si ipotizza che esistano quasi 1 milione di bitcoin appartenenti a Satoshi.
Egli avrebbe potuto incassare in qualsiasi momento con miliardi di dollari di profitto, ma finora non l’ha fatto. Non si sa se sia ancora vivo, ma a parte alcune monete iniziali per transazioni di prova, il grosso delle sue monete non si è mai mosso.
Caratteristiche di Bitcoin
Nessun ritorno garantito: Satoshi Nakamoto non ha mai promesso ritorni sull’investimento.
Ecco alcune famose frasi di Satoshi Nakamoto.
“I’m sure that in 20 years there will either be very large transaction volume or no volume.”
“Bitcoins have no dividend or potential future dividend, therefore not like a stock. More like a collectible or commodity.”
Codice open-source: massima trasparenza.
Bitcoin è open source ed è distribuito in tutto il mondo.
La blockchain è pubblica, trasparente, verificabile ed analizzabile.
Le aziende possono fare analisi dell’intera blockchain e vedere quali bitcoin si muovono o rimangono nei vari indirizzi.
Un full-node può essere eseguito su un normale computer e può controllare l’intera supply di bitcoin ed altre metriche.
No “pre-mine”: nessuna moneta è stata coniata prima del lancio della rete.
Come già detto, Satoshi ha estratto praticamente tutte le sue monete in un momento in cui il software era pubblico e chiunque altro poteva estrarle.
Al contrario, gli sviluppatori di Ethereum hanno assegnato 72 milioni di token a loro stessi ed ai loro investitori prima che fossero disponibili sul mercato.
Anche Ripple Labs ha “pre-minato” 100 miliardi di token XRP, prima di venderli gradualmente al pubblico.
Innumerevoli altri token sono stati pre-minati e successivamente venduti al pubblico.
Nessun elemento di centralizzazione: la cosa che contraddistingue Bitcoin da qualsiasi altra cosa, è l’assenza di una leadership centralizzata.
Satoshi lo ha creato anonimamente, ha lavorato con altri per guidarlo nei primi due anni con uno sviluppo continuo e poi è scomparso. Da lì, altri sviluppatori hanno preso in mano il progetto in modo tale da continuare a sviluppare e promuovere Bitcoin.
Investimento non regolamentato: l’unico campanello d’allarme per Bitcoin, riguarda le entità che vendono bitcoin, ovvero gli exchange.
Gli exchange sono aziende che permettono l’acquisto e la vendita di bitcoin.
Il problema principale per gli exchange è la loro attuale mancanza di regolamentazione.
Ma questo non è un problema di Bitcoin. Il protocollo Bitcoin è permission-less.
Dopo aver analizzato tutti i vari aspetti del protocollo, possiamo dedurre facilmente che Bitcoin non è affatto uno schema Ponzi.
Dalla sua nascita, Bitcoin è rimasto un progetto open-source e completamente trasparente.
Conclusione
Ogni nuova tecnologia è accompagnata da un periodo di valutazione, di rifiuto o di accettazione. Il mercato può essere irrazionale all’inizio, sia al rialzo che al ribasso, ma nel corso del tempo tende a maturare.
Il prezzo di Bitcoin è cresciuto rapidamente con ogni ciclo quadriennale di dimezzamento dell’offerta, poiché il suo network effect continua ad aumentare, mentre la sua offerta rimane limitata.
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