L’Università di Cambridge presenta la Bitcoin Electricity Consuption Index: una “Mining Map” redatta in modo esemplare, cercando di fornire una stima aggiornata del carico elettrico giornaliero della rete Bitcoin.
Il modello tecno-economico sottostante si basa su un approccio bottom-up sviluppato inizialmente da Marc Bevand nel 2017; utilizza la soglia di redditività dei diversi tipi di apparecchiature di mining come punto di partenza.
Dato che il consumo esatto di elettricità non può essere determinato, il CBECI fornisce un intervallo ipotetico costituito da un limite inferiore ipotetico (floor) e un limite superiore ipotetico (ceiling) di stima. Entro i confini di questo intervallo, viene calcolata una stima di massima per fornire una cifra più realistica che approssimi il reale consumo di elettricità di Bitcoin.
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America in cima al podio
Dopo le ultime avversità del governo cinese nei confronti del mining di Bitcoin, gli Stati Uniti conquistano ufficialmente la vetta nella classifica dei paesi che provvedono a validare la rete di Bitcoin.
Infatti, come riportato dalla ricerca redatta dall’Università di Cambridge, l’hash-power della cina, dal suo massimo del 2019 (75%) è calato a zero, mentre oggi, gli USA rappresentano il 35,4% della potenza di calcolo complessiva.
Subito dopo troviamo altri 8,9% Kazakistan 18,1 Federazione Russa 11,2%, Malesia 5,4%, Canada 9,6%, Irlanda 4,7%, Germania 4,5% Iran 3,8%
L’Italia qui rappresenta un misero 0,05%, ma……..
Bloomberg ritiene che il recente aumento della potenza di hash di Irlanda e Germania sia in buona parte dovuto a minatori cinesi che usano VPN o server proxy, di fatto occultando la loro posizione geografica.
Dunque quanto è attendibile la ricerca?
Queste sono le statistiche più ufficiali aggiornate ad oggi.
Per completezza, sottolineamo che l’allocazione della potenza di calcolo è effettivamente molto più dinamica di quanto potrebbe pensare chi s’informa da questo report: i miner possono cambiare in breve tempo la loro allocazione di potenza non solo da uno stato all’altro, da una pool all’altra, e, talvolta, anche da una coin all’altra.
Anni fa, esistevano molte alternative; attualmente le alternative considerabili restano i fork di Bitcoin, cioè Bitcoin Cash (BCH) e Bitcoin SV (BSV).
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Come dice il grande Andreas Antonopolus:
“Puoi tirare il tuo stato fuori da Bitcoin,
ma non puoi tirare Bitcoin fuori dal tuo stato”
https://cbeci.org/index/methodology